Biennale Arte 2019
Venezia propone 83 artisti alla Biennale dell'arte 2019 di cui 42 sono donne

Sarà aperta al pubblico da sabato 11 maggio a domenica 24 novembre 2019, ai Giardini e all'Arsenale, la 58. Esposizione Internazionale d'Arte dal titolo "May You Live In Interesting Times", a cura di Ralph Rugoff, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 8, 9 e 10 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 11 maggio 2019.Insieme alla presentazione dell'esposizione fatta dal presidente Paolo Baratta e dal curatore Ralph Rugoff, è stata presentata in conferenza stampa la lista degli artisti internazionali che parteciperanno alla mostra principale di questa edizione della Biennale, i nomi sono i seguenti:
Lawrence Abu Hamdan, Njideka Akunyili Crosby, Halil Altındere, Michael Armitage, Korakrit Arunanondchai (in Arsenale in collaborazione con Alex Gvojic), Ed Atkins, Tarek Atoui, Darren Bader, Nairy Baghramian, Neïl Beloufa, Alexandra Bircken, Carol Bove, Christoph Büchel, Ludovica Carbotta, Antoine Catala, Ian Cheng, George Condo, Alex Da Corte, Jesse Darling, Stan Douglas, Jimmie Durham, Nicole Eisenman, Haris Epaminonda, Lara Favaretto, Cyprien Gaillard, Gauri Gill, Dominique Gonzalez-Foerster, Shilpa Gupta, Soham Gupta, Martine Gutierrez, Rula Halawani, Anthea Hamilton, Jeppe Hein, Anthony Hernandez, Ryoji Ikeda, Arthur Jafa, Cameron Jamie, Kahlil Joseph, Zhanna Kadyrova, Suki Seokyeong Kang, Mari Katayama, Lee Bul, Liu Wei, Maria Loboda, Andreas Lolis, Christian Marclay, Teresa Margolles, Julie Mehretu, Ad Minoliti, Jean-Luc Moulène, Zanele Muholi, Jill Mulleady, Ulrike Müller, Nabuqi, Otobong Nkanga, Khyentse Norbu, Frida Orupabo, Jon Rafman, Gabriel Rico, Handiwirman Saputra, Tomás Saraceno, Augustas Serapinas, Avery Singer, Slavs and Tatars, Michael E. Smith, Hito Steyerl, Tavares Strachan, Sun Yuan e Peng Yu, Henry Taylor, Rosemarie Trockel, Kaari Upson, Andra Ursuţa, Danh Vo, Kemang Wa Lehulere, Apichatpong Weerasethakul (in Arsenale in collaborazione con Tsuyoshi Hisakado), Margaret Wertheim e Christine Wertheim, Anicka Yi, Yin Xiuzhen, Yu Ji.
Il Presidente Baratta ha voluto segnalare che tra questi 83 artisti provenienti da tutto il mondo, 42 sono donne. La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all'Arsenale e nel centro storico di Venezia. 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Algeria, Ghana, Madagascar e Pakistan. La Repubblica Dominicana e la Repubblica del Kazakistan partecipano per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione.
Sono 21 gli Eventi Collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un'ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra.
I progetti speciali realizzati dalla Biennale di venezia sono due:
- Progetto Speciale Forte Marghera, Mestre
Ludovica Carbotta, tra gli artisti presenti all'Esposizione Internazionale, è stata invitata da Ralph Rugoff per un intervento specifico a Forte Marghera, all'interno dell'edificio chiamato Polveriera austriaca.
- Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate, Arsenale, Sale d'Armi
Marysia Lewandowska è l'artista chiamata a esporre all'interno del Padiglione delle Arti Applicate nelle Sale d'Armi dell'Arsenale. Il progetto, che si rinnova per il quarto anno consecutivo, è frutto della collaborazione tra La Biennale e il Victoria and Albert Museum di Londra.
"Invisibilia"
La Galleria Triphè presenta la mostra personale "Invisibilia" di David Lascaris

l sinergico intreccio tra molteplici apporti, non ultimo quello mediale, è sicuramente il risultato del percorso di questo giovane e poliedrico artista che, spaziando dall'architettura alla fotografia, realizza opere di indubbia originalità e ad alta identificabilità. Si tratta, infatti, di opere che riescono, in una alchimia quasi indecifrabile e, grazie proprio al complesso utilizzo di strumenti tecnici e non, a veicolare messaggi transmediali destinati a fruitori sempre più attivi.
Siamo in presenza, infatti, di un operato artistico che, lontano dagli schemi tradizionali, tenta di coinvolgere l'osservatore in una sorta di "narrazione transmediale", rendendolo, sovente e inconsapevolmente, protagonista della narrazione stessa. L'immateriale, l'effimero e l'indefinito sono alcune delle sensazioni che le opere di David Lascaris trasmettono nell'immediato. È, però, proprio nella immaterialità e nella liquidità che l'artista ricerca nuove forme per fornire concretezze ad un mondo sempre più in dissolvenza.
La mostra sarà preceduta, mercoledì 17, dal talk "La Nuova Frontiera tra Arte e Tecnica" e da un Art Work Shop, inseriti all'interno del Seminario permanente di didattica sperimentale "Half a Classroom" del Dipartimento di Scienze Umane dell'Università Guglielmo Marconi. Il Talk sarà introdotto dalle professoresse Sara Fortuna e Viviana Rubichi e presentato dalla gallerista e curatrice d'arte Maria Laura Perilli. A seguire un art workshop di David Lascaris (architetto e artista) che presenterà la sua opera "Invisibilia".
Edo Morelli
Andy Warhol


Torino - Nella sua posa ammaliante Madame Rochas ammicca allo spettatore con il suo volto senza età. Il passaggio dalla foto alla serigrafia ha annullato ogni valore chiaroscurale, mentre il rapporto figura-sfondo cede la propria definizione giocando con l'ambigua compenetrazione tra piani.
È la prima volta che quest'opera di Andy Warhol appartenente ai cosiddetti Celebrity Portraits, che segnano il ritorno dell'artista alla pittura dopo anni di sperimentazioni filmiche, approda al Castello di Rivoli, dopo essere uscita dalla collezione di Villa Cerruti.
Dal 22 gennaio al 22 aprile il ritratto dedicato a Hélène Rochas - uno dei quattro realizzati nel 1975 per l'ex modella francese e già direttrice dell'omonima azienda di profumeria - sarà al Castello di Rivoli assieme al dipinto The Poet and His Muse, parte del ciclo dedicato a Giorgio de Chirico.
L'occasione di questa trasferta che riguarda due opere realizzate dal genio della Pop Art nella maturità, è la mostra Andy Warhol. Due capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti
Hélène Rochas nasce dopo una sessione di ritratti con la Polaroid. Scelto lo scatto, Warhol incarica i propri assistenti di serigrafarlo su una tela già dipinta con ampie pennellate di colore acrilico, con il verde dominante.
Realizzato nel 1982, The Poet and His Muse appartiene invece al ciclo dedicato a Giorgio de Chirico e moltiplica quattro volte sulla stessa tela un suo lavoro del 1959 con manichini paludati all'antica. Vuole essere probabilmente un omaggio al maestro della metafisica che Warhol ammirava e che aveva anche incontrato in più occasioni durante i suoi soggiorni a Roma e a Venezia.
In de Chirico riconosceva un precursore. "De Chirico - diceva - ha ripetuto le stesse immagini per tutta la vita. Credo che l'abbia fatto non soltanto perché i collezionisti e i mercanti d'arte glielo chiedevano, ma perché gli andava di farlo e considerava la ripetizione un mezzo per esprimersi. Probabilmente è questo che abbiamo in comune. La differenza? Quello che lui ripeteva regolarmente anno dopo anno, io lo ripeto nello stesso giorno nello stesso dipinto".
La collezione Cerruti è il frutto della vita discreta e riservata del "ragioniere", come Francesco Federico veniva chiamato, patron dell'azienda familiare, la Legatoria Industriale Torinese, che presto raggiunse i massimi livelli di produzione.
È stato il grande amore per la bellezza a indurlo a dar vita a una delle collezioni d'arte tra le più importanti d'Europa.
a cura di Edo Morelli
Il concettualismo di Giulio Paolini

La produzione artistica di Giulio Paolini è una vera e propria riflessione metafisica sull'intero processo della creazione artistica. Paolini, infatti, ritiene che "l'opera pre-esiste all'intervento dell'artista, che è il primo a poterla contemplare." Egli si interroga sul ruolo dell'artista, sugli strumenti della rappresentazione, sulla relazione tra autore e opera, opera e osservatore e osservatore e artista.
Secondo Paolini "art happens": l'opera pre-esiste l'autore che semplicemente si dispone ad accoglierla, a renderla materiale e tangibile. Spesso lo spettatore si ferma all'aspetto estetico dell'opera, senza tener conto della progettualità e del lavoro dell'artista. Dunque egli invita l'osservatore a guardare creativamente l'opera. Non ne facilità la fruizione, non rende la visione "superficiale", piuttosto stimola la ricerca, la riflessione sul significato e sul lavoro lungo lavoro progettuale. Lo spettatore non è più fruitore passivo, ma partecipa attivamente, viene coinvolto direttamente nel processo creativo.
a cura di Edo Morelli

Hunting Pollution
Un murales che mangia lo smog
Dal 26 ottobre 2018 il quartiere Ostiense si arricchisce di arte con "Hunting Pollution", il più grande murales d'Europa realizzato con pitture eco-sostenibili al 100% naturali che purificano l'aria.
Street Art e rigenerazione urbana: alla scoperta di Hunting Pollution
Un grande airone tricolore che si staglia fra il cielo e un fondale marino stilizzato: questo è "Hunting Pollution".
Un murales di 1000 mq, realizzato sul palazzo all'incrocio fra Via del Porto Fluviale e Via delle Conce, nel quartiere Ostiense. La caratteristica opera d'arte regalerà alla capitale un nuovo polmone verde in grado di ripulire l'aria come un bosco di 30 alberi.
Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione fra Yourban2030, la no-profit al femminile guidata da Veronica De Angelis, e la tecnologia Airlite, una particolare pittura che non solo rispetta l'ambiente, ma "mangia" lo smog.
E ovviamente grazie all'artista Federico Massa, alias Iena Cruz, milanese trapiantato a Brooklyn. Si è affermato sulla scena internazionale con murales dislocati tra New York, Miami, Barcellona e Città del Messico.
L'arte può salvare il mondo: il sogno di Yourban2030
L'opera Hunting Pollution nasce da un incontro fra Veronica De Angelis e Federico Massa a New York. Ma Veronica è attiva su molti altri fronti: all'attivo di Yourban2030, infatti, ci sono già l'installazione "Anio Vetus 2" a cura degli Sbagliato presso il laghetto di Villa Ada e il sostegno allo Screenplay Contest nell'ambito del Roma Creative Contest. I vincitori del contest vedranno prodotto il loro cortometraggio a tema green. "Più avanti vogliamo parlare con tanti altri linguaggi creativi", aggiunge Veronica.
All'inaugurazione era presente il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, molto interessato alle politiche ambientali. Alla conferenza anche Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII, viene ad accogliere l'ultima di una lunga serie di fatiche artistiche già presenti sul territorio.
Da Ostiense a Tor Marancia, è possibile ammirare pezzi di Blu, Sam3, Gaia e tantissimi altri. A parere del giovanissimo presidente Hunting Pollution "ha un valore ancora più importante perchè fa un'azione pedagogica verso la città - nei termini di costruzione e di sensibilità e attenzione rispetto alle tematiche ambientali. E un'azione pedagogica verso l'Arte. Verso chi da oggi in poi vorrà fare Arte in questo territorio."
Scritto da Edo Morelli.

Arte fiera
Edizione 2019
ARTE FIERA
1-4 febbraio 2019, Bologna
Le iscrizioni alla prossima edizione sono aperte!
Sotto la nuova direzione artistica di Simone Menegoi (nato nel 1970, curatore e critico), l'edizione 2019 di Arte Fiera inizia un percorso di rinnovamento su tutti i fronti.
La prima parola chiave del nuovo percorso è "selezione". Arte Fiera 2019 introduce un criterio inedito di partecipazione: le gallerie sono invitate a presentare una scelta ristretta di artisti (solo tre, per gli stand fino a 64 mq; fino a un massimo di sei per quelli da 72 mq in su). A ciò, si aggiunge un forte incentivo per gli stand monografici. Il senso della proposta è chiaro: privilegiare l'approfondimento e la specializzazione, incoraggiando gli espositori a presentare progetti ambiziosi e dal taglio curatoriale. La convinzione di fondo è che solo una fiera che punti decisamente in questa direzione possa attirare, oggi, un collezionismo di qualità. A sostegno di questa linea verranno messe in campo una campagna di inviti mirata a centinaia di collezionisti di alto profilo e nuove iniziative riservate ai VIP.
La fiera si articola in due sezioni, Main Section e Fotografia e immagine in movimento. La prima spazia dal Moderno e dall'arte postbellica, storici punti di forza di Arte Fiera, fino al contemporaneo di ricerca. La sezione di fotografia, aperta al video e completamente rinnovata nei contenuti, è affidata alla direzione artistica di FANTOM, piattaforma curatoriale nata tra Milano e New York nel 2009, rappresentata da Selva Barni, Ilaria Speri, Massimo Torrigiani e Francesco Zanot.
Il programma di eventi, che sarà annunciato nel corso dell'autunno, sarà caratterizzato dalla performance, parte integrante dell'identità artistica di Bologna ed elemento qualificante della nuova direzione artistica.
Scritto da Edo Morelli

Gianluca Vacchi
Uno stile di vita
Gianluca Vacchi nasce a Bologna il 5 agosto 1967, figlio del fondatore dell'IMA, un'azienda che si occupa di progettazione e produzione di macchine automatiche per la realizzazione e il confezionamento di cosmetici, di farmaci e di prodotti alimentari. Laureato in Economia e Commercio, lavora fino a ventinove anni nell'azienda di famiglia, prima di decidere di "spiccare il volo".
Nel corso degli anni acquista partecipazioni in diversi gruppi, tra cui Eurotech, e acquista alcuni marchi nel campo della moda, come per esempio Toy Watch, prima di dar vita a un proprio brand, con le sue iniziali (GV), che produce gioielli, magliette e addirittura emoji.
Nel 2007 il nome di Gianluca Vacchi finisce tra le carte processuali relative all'inchiesta che i media ribattezzano con il nome di Vallettopoli, a causa di alcuni ricatti subìti dal fotografo Fabrizio Corona.
Al 2016 Vacchi possiede il 30% di IMA, azienda che fattura un miliardo e 100 milioni di euro ed è quotata in Borsa, e ricopre l'incarico di consigliere nel cda.
Secondo un'inchiesta pubblicata dal "Fatto Quotidiano", la maggior parte dei suoi proventi non deriva dalla GV, che fattura circa 70mila euro con perdite di 7mila euro (secondo il bilancio 2015), ma da finanziarie di vario genere, alcune delle quali - come la Win Web Investment Network, di diritto olandese - fallite o in liquidazione.
È, tra l'altro, amministratore unico della First Investments spa, un ruolo grazie a cui percepisce un compenso annuale di 600mila euro: questa società è una holding di partecipazioni che si occupa di acquistare e di cedere quote di aziende. Tali aziende, però, fanno capo - in genere - proprio a Gianluca Vacchi, e sono state pignorate dalla Banca Popolare di Verona, che nel 2008 aveva concesso alla società un prestito di dieci milioni e mezzo di euro. Di quel prestito, tuttavia, Vacchi ha restituito solo le prime due rate.
E' cugino di Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Bologna (e segnalato da Luca Cordero di Montezemolo per la successione a Giorgio Squinzi come presidente di Confindustria).
Gianluca Vacchi star del web
Gianluca è molto seguito sui social network, anche grazie alle foto che condivide e che lo immortalano mentre è attorniato da belle ragazze e bei ragazzi. Ha più di 8 milioni di follower su Instagram e oltre 1 milione e 300mila fan su Facebook.
Amante dei tatuaggi e palestrato, amico di molti personaggi famosi - tra cui calciatori e modelle - Gianluca Vacchi è diventato famoso non tanto per la sua storia di imprenditore ma per la sua "dolce vita", che non manca di promuovere sui social, tra Cortina, Porto Cervo e Miami.
Anche per questo motivo è stato soprannominato il "Dan Bilzerian italiano", con riferimento a Dan Bilzerian, miliardario statunitense con l'hobby del poker, diventato celebre per le foto diffuse su Internet che lo ritraggono mentre è circondato, in piscina o su uno yacht, da modelle dal fisico fantastico.
Nel 2016 pubblica la sua biografia in un libro edito da Mondadori, dal titolo "Enjoy". Due anni più tardi prova a fare il botto con la musica: pubblica una canzone, dal titolo "Love", realizzata in collaborazione con Sebastian Yatra, musicista e cantautore colombiano. In poche settimane il brano raggiunge oltre 90 milioni di visualizzazioni su YouTube, candidandosi per diventare una hit estiva. Per la stagione si trasferisce in Spagna dove fa il deejay alla celebre discoteca "Amnesia" di Ibiza. In questo periodo la sua nuova fidanzata è la modella Sharon Fonseca.
Per noi di cultura contemporanea è un modello da seguire.
Write by Edo Morelli

Pierre Huyghe alle Serpentine Galleries
mostra il funzionamento del cervello umano
Immagini surreali in continuo movimento. E uno spazio espositivo invaso dalla polvere e dalle mosche. È Uumwelt, l'ultima mostra personale di Pierre Huyghe a Londra, che indaga il tema dell'intelligenza artificiale.
"Non voglio mostrare qualcosa a qualcuno, ma l'opposto: voglio mostrare qualcuno a qualcosa" ha affermato Pierre Huyghe (1962) a proposito del suo ultimo progetto, la mostra Uumwelt, allestita a Londra fino al 10 febbraio 2019. La dichiarazione, apparentemente criptica, è invece piuttosto precisa nel descrivere l'ambiente creato dall'artista francese negli spazi delle Serpentine Galleries: un ecosistema in continua mutazione, talmente complesso e instabile da mettere in crisi la stessa definizione di essere vivente e la tradizionale distinzione tra persone e cose.
Non nuovo a progetti di questo tipo - basti pensare all'installazione presentata all'ultima edizione di Skulpture Munster, una vecchia pista di pattinaggio trasformata in uno scenario post-umano - Huyghe stavolta è partito dalla scienza.
VISUALIZZARE L'ATTIVITÀ DEL CERVELLO
Con la collaborazione del neuroscienziato Yukiyasu Kamitani dell'Università di at Kyoto, l'artista ha chiesto ad alcune persone di sottoporsi a una risonanza magnetica mentre gli venivano mostrate determinate immagini, oppure gli veniva suggerito di pensare insistentemente a qualcosa. Il risultato di questi esami è stato poi interpretato da un software di intelligenza artificiale progettato per decodificare l'attività del cervello umano e tradurla in immagini. Si tratta di un genere di ricerca, questa, su cui numerosi laboratori scientifici nel mondo stanno sperimentando da anni; sono famose ad esempio le ricostruzioni delle immagini visualizzate nella mente durante la visione di un film realizzate da Jack Gallant all'Università di Berkeley.
Le immagini che Huyghe ha raccolto, e che espone in mostra, montate e in movimento su grandi schermi a LED, nascono quindi da un impulso umano, anche se sono state poi "lette" da una macchina. La visione dei video viene inoltre influenzata dall'ambiente espositivo - reso polveroso dalla vernice delle mostre precedenti scartavetrata e lasciata a terra - che muta seguendo i cambiamenti di luce, temperatura e umidità. Oltre che dalla presenza di uno spettatore inaspettato e non-umano: un nutrito gruppo di mosche, che nascono continuamente e si muovono all'interno della galleria.
MOSTRARE L'UOMO ALLE COSE
Con questo progetto Pierre Huyghe aggiunge un nuovo capitolo al giovane ma già ricchissimo filone di ricerca artistico sull'intelligenza artificiale, un filone che comprende opere di segno molto diverso, sia concettualmente che formalmente, accomunate dalla volontà di comprendere le ricadute psicologiche, sociali e culturali di questa tecnologia.
Mentre Christie's mette all'asta un'opera realizzata da una AI e in giro per il mondo aprono mostre collettive e personali dove i protagonisti sono algoritmi intelligenti e reti neurali, Uumwelt (variazione della parola tedesca umwelt che significa 'ambiente') propone un cambio di prospettiva interessante: portando il cervello umano al centro della scena e rendendo il contesto espositivo inospitale, propone una mostra che, idealmente, non si rivolge a un pubblico umano, ma piuttosto, con l'aiuto della tecnologia, "mostra l'uomo alle cose".
Scritto da Edo Morelli